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Un tavolo di confronto per la definizione di nuove azioni ambientali – la proposta di Italia Ortofrutta al Mipaaf |
Giovedì 29 Luglio 2021 10:00 | |||
“Le Organizzazioni dei Produttori del settore ortofrutticolo sono chiamate a dare risposte concrete in termini di maggiore rispetto dell’ambiente, ma talvolta stiamo riscontrando delle difficoltà oggettive dovute al ridotto numero di azioni, che possono rientrare nella certezza di azioni ambientali delle OP e loro soci. Inoltre - afferma Vincenzo Falconi, Direttore di Italia Ortofrutta Unione Nazionale- è necessario coniugare l’impegno ambientale con il perseguimento di obiettivi di mercato, al fine di non snaturare la nostra politica di sostegno che ha nella commercializzazione e nel rapporto con il mercato il suo carattere intrinseco che va ulteriormente perseguito e potenziato”. Questi i presupposti che hanno spinto Italia Ortofrutta Unione Nazionale a presentare al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali una richiesta mirata alla costituzione di un tavolo di lavoro per analizzare e ridefinire il quadro delle azioni ambientali da perseguire con l’OCM ortofrutta.
“Coniugare la competitività commerciale con il maggiore rispetto ambientale, anche in considerazione dei nuovi parametri oggetto dell’accordo politico della riforma della PAC, rappresenta una sfida a cui non possiamo sottrarci ma che va affrontata con un quadro di regole chiaro e condiviso” prosegue Vincenzo Falconi. “Nel breve - continua il Direttore di Italia Ortofrutta – è necessario sostenere con forza a Bruxelles la possibilità, anche per il 2021, di formulare una domanda di aiuto fino ad un massimo del 70% dell’ultimo fondo di esercizio approvato in analogia a quanto accaduto lo scorso anno con il Reg. (UE) n. 2020/1275 e con la relativa normativa nazionale di recepimento. Con tale flessibilità, a parità di spesa dell’Unione europea, si permetterebbe alle OP di beneficiare dell’importo massimo comunitario approvato, anche in presenza di una minore capacità di spesa dovuta alle difficoltà che, causa emergenza sanitaria, le OP sono state costrette ad affrontare anche nell’ultimo anno”.
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