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Italia Ortofrutta: riportare la spesa per le sementi ortive di qualita' all'interno dei programmi operativi delle OP PDF Stampa E-mail
Lunedì 30 Settembre 2013 09:13

Relazione sul convegno svolto a Macfrut.
Italia Ortofrutta: riportare la spesa per le sementi ortive di qualita' all'interno dei programmi operativi delle OP


Il convegno che l'Unione nazionale Italia Ortofrutta ha promosso il 26 settembre 2013 in ambito Macfrut, aveva il fine di illustrare la proposta operativa presentata alla Commissione europea e al Ministero delle Politiche agricole al fine di riattivare le misure di sostegno per i materiali di moltiplicazione e le sementi ortive nel quadro dei Programmi operativi presentati dalle OP.


Il tavolo dei relatori. Da sinistra a destra: Rocco Parisella, Vincenzo Falconi, il moderatore Massimo Agostini di Agrisole, Ibrahim Saadeh, Roberto Cherubini e Giuseppe Arnesi.

Come sottolineato da Ibrahim Saadeh, presidente di Italia Ortofrutta, l'Italia è il primo produttore di ortaggi in Europa, con il 22-23% del totale comunitario in valore, seguita a ruota dalla Spagna (20%). Inoltre, il settore orticolo italiano contribuisce per il 13-14% al PIL agricolo nazionale, risultando così secondo solo alla zootecnia.

"Il convegno di oggi - ha spiegato Saadeh - ha un duplice obiettivo, da un lato il tema delle sementi resistenti per l'ottenimento di produzioni con minori residui e, dall'altro lato, trovare un collegamento tra questi materiali vegetali e il contenuto della normativa comunitaria in tema di Ocm-Organizzazione comune di mercato, finalizzata a un maggior impiego di tecniche e strumenti a minor impatto ambientale."

A Rocco Parisella, Key Account manager Monsanto, il compito di illustrare il lungo percorso (10-11 anni) necessario alla costituzione di una varietà orticola dotata di resistenza genetica e la sua iscrizione nel registro varietale nazionale o nel catalogo europeo. "Per l'iscrizione al Registro ufficiale di una nuova varietà - ha detto Parisella - servono tre requisiti: distinzione, uniformità e stabilità."



Parisella ha anche chiarito il perché registrare una varietà, vale a dire la tutela della proprietà intellettuale del costitutore, la difesa dell'investimento economico per la sua costituzione, il mantenimento dell'interesse per la ricerca, la certezza di innovazione per il futuro e l'aumento del valore aggiunto per tutta la filiera.

Monsanto aderisce al gruppo Orto wic di Assosementi: 19 aziende sementiere italiane che condividono l'obiettivo di sostenere la ricerca genetica e l'innovazione tramite la tutela varietale, promuovendo l'utilizzo di seme di qualità e di buone pratiche agricole attraverso la tracciabilità del processo produttivo.

Allo stesso gruppo aderisce anche Enza Zaden, azienda rappresentata al convegno dal General Manager Giuseppe Arnesi, il quale ha passato in rassegna le principali fitopatologie delle specie ortive di interesse agrario che possono essere limitate mediante l'utilizzo di cultivar resistenti.

"Di tutte le difese possibili - ha concluso Arnesi - la ricerca genetica fornisce sicuramente quella che offre maggiori garanzie di successo e continuità, pertanto va salvaguardata con una maggiore tutela, sul nostro territorio, dei diritti di proprietà intellettuale. Infine, il seme e il suo contenuto vanno inseriti nei programmi operativi perché rappresentano, attraverso le resistenze e le qualità intrinseche, una garanzia di successo e di innovazione per il mondo produttivo."

Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta (nella foto qui sotto, un momento della sua relazione), ha illustrato i requisiti per cui i costi addizionali derivanti dall'impiego di sementi ortive resistenti potrebbero essere ammessi a cofinanziamento UE, sempre che possano essere quantificati coerentemente con il criterio delle spese specifiche e che il beneficio ambientale sia comprovabile da evidenze scientifiche.



Falconi ha descritto in dettaglio lo studio che ha permesso di definire in modo oggettivo la quota di costo delle sementi dotate di resistenza genetica rispetto a quelle che ne sono prive. Tali rilievi stanno alla base della richiesta avanzata dal ministero delle Politiche agricole alla Commissione europea. Lo studio di Italia Ortofrutta è disponibile per gli associati facendone richiesta a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Alla luce di queste evidenze, il dirigente dell'Ufficio Ortofrutta del Mipaaf Roberto Cherubini ha reso noto che il Ministero ha favorevolmente accolto, e inviato a Bruxelles il 19 settembre scorso, il documento tecnico prodotto da Italia Ortofrutta con l'obiettivo di riattivare la procedura per il cofinanziamento UE.

"Il percorso - ha spiegato Cherubini - non sarà particolarmente breve in quanto dovrà passare il vaglio delle DG Agricoltura e Ambiente, ma potrebbe trovare accoglienza in tempo per la campagna produttiva 2014."



In chiusura lavori, Gianni Petrocchi (nella foto sopra), consigliere delegato della Unione nazionale Italia Ortofrutta, ha ricordato che la riattivazione del canale di spesa viaggia in parallelo con la garanzia di qualità e salubrità delle produzioni e la sicurezza del consumatore. Pertanto è nell'interesse di tutti.

 

fonte: freshplaza

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